Essere adolescente
con un alcolista in casa
Sono Giorgio ho 14 anni e frequento il gruppo Alateen da circa due anni. Da quando sono tra questi amici mi sento un altro: finalmente ho qualcuno con cui condividere le mie difficoltà.
Sono approdato al gruppo consigliato da una mia insegnante che aveva notato qualcosa di stonato in me. Con pazienza ed affetto, piano piano, aveva fatto in modo che riuscissi a confidarmi.
In casa mia da molti anni c'è il problema dell'alcol. Non so quando è iniziato.
Mia madre, l'alcolista, nei rari momenti di tregua mi soffocava con patetiche manifestazioni di affetto “per recuperare” diceva lei, ma il suo alito puzzava. Sempre.
Mio padre passava dall'euforia per un giorno senza alcol, alla delusione più nera il giorno seguente quando ripartiva la solita storia.
Io me ne stavo li con un gran casino in testa senza capire niente, in balia di due “suonati” ai quali volevo però un gran bene.
A scuola non riuscivo a concentrarmi. Ero arrabbiato con il mondo e temevo che i miei compagni potessero scoprire il mio segreto. Così non legavo con nessuno ed evitavo di invitare gente a casa. Mi sentivo uno zombi.
Devo ringraziare ancora la persona che mi ha indirizzato al gruppo, qui infatti ho imparato che l'alcolismo è una malattia e che tutti in famiglia diventiamo nevrotici a causa dei suoi effetti sul comportamento di ciascuno.
Ho capito che i mie genitori mi vogliono bene, anche se è un bene un po' incasinato, ma non è colpa loro. Sono riuscito a parlare con mio padre, a dirgli dell'esistenza di questi gruppi di auto aiuto e da un po' frequenta Al-Anon il gruppo per gli adulti, mentre io continuo ad andare in Alateen. I nostri atteggiamenti nei confronti di mamma sono cambiati e sembra che anche lei stia prendendo coscienza della sua malattia.
In ogni caso io non sono più solo, ho degli amici che mi capiscono e non ho più paura degli altri compagni. Ho ritrovato la confidenza del mio papà e la speranza che presto anche la mamma inizi a frequentare Alcolisti Anonimi.